La Lanterna di Genova (o semplicemente "Lanterna") è il faro portuale del capoluogo della Liguria, la città un tempo definita la Superba o Dominante dei mari.
Oltre che strumento indispensabile alla navigazione notturna delle navi in entrata ed uscita dal porto, la Lanterna è anche il monumento simbolo cittadino, quasi un totem alla genovesità, e come tale fa parte della storia della città.
Con i suoi settantasei metri è il faro più alto del Mediterraneo ed il secondo in Europa dopo il Faro di Île Vierge, nel dipartimento francese di Finistère, che nel 1902 tolse alla Lanterna il primato mondiale superandola in altezza di circa cinque metri. Risulta attualmente essere il quinto faro più alto del mondo ed il secondo, sempre dietro quello di Île Vierge, fra quelli tradizionali, ossia costruiti dalle rispettive autorità portuali con lo scopo primario di supporto alla navigazione. Considerata nella sua monumentalità, che comprende anche lo storico scoglio sul quale si poggia, raggiunge i 117 metri d'altezza.
L'edificio consiste in una torre su due ordini di sezione quadrata con terrazza alla sommità di ciascun ordine. Costruito nella sua struttura attuale nel 1543, è inoltre il terzo faro più antico al mondo fra quelli tuttora in attività, dopo la Torre di Hércules, faro della città spagnola di La Coruña e il faro di Kõpu, sull'isola estone di Hiiumaa.
La prima torre, secondo alcune fonti non ufficiali, risale all'epoca medioevale (1128) ed era caratterizzata da una struttura architettonicaformata da tre tronchi merlati sovrapposti. Purtroppo non si hanno riscontri ufficiali poiché i documenti del secolo XI, le prime cronache e gli atti ufficiali del nascente comune genovese forniscono dati sicuri sulla torre di segnalazione, ma non la sua data esatta di costruzione. Alla sommità venivano accesi, allo scopo di segnalare i legni di avvicinamento, fasci di steli secchi di erica ("brugo") o di ginestra ("brusca") allo scopo di segnalare le navi in avvicinamento, i cui padroni dovevano pagare una tassa "pro igne facendo in capite fari" al momento dell'approdo. La torre sorgeva lungo la strada di collegamento tra Genova ed il ponente, la cosiddetta Via di Francia, che costeggiava l'arco portuale ed il Promontorio, sull'ultima propaggine della costa di Sampierdarena, allora luogo di villeggiatura, su cui si affacciavano numerosi palazzi e ville nobiliari. All'epoca la strada era probabilmente a picco sul mare e passava a mare del faro; le rappresentazioni grafiche della strada la descrivono invece in una veste più recente, sicuramente non anteriore al XVII secolo, passante all'interno del faro attraverso la cosiddetta "tagliata", una profonda trincea scavata a monte della Lanterna.
A livello urbanistico la Lanterna era in quel periodo quindi relativamente lontana dalla città, e solo nel XVII secolo venne inglobata nella cosiddetta Cerchia Seicentesca, la poderosa cerchia di mura lunga quasi diciannove chilometri attorno alla città, quasi interamente esistente ancora ai nostri giorni.
Era il 1318 e, tre anni dopo, nel 1321, si procedette ad un primo consolidamento scavando un fossato a difesa. Nel 1326 vennero installate in entrambi i fari le prime lanterne alimentate ad olio di oliva, per aiutare le navi a bene individuare l'ingresso alla città. Del 1371 è la prima raffigurazione grafica del fare di Capo Faro (perlomeno tra quelle giunte a noi), presente nella copertina della pergamena intitolata Manuale dei Salvatori del Molo e del Porto. Attorno al 1400 la torre diventò anche prigione per ospitare come ostaggi, per cinque anni, il re di Cipro, Giacomo di Lusignano, qui rinchiuso assieme alla moglie.La torre diventò protagonista della guerra tra Guelfi e Ghibellini, quando venne danneggiata da questi ultimi che tentarono di far scendere i guelfi che vi si erano rifugiati all'interno.
A meglio identificare la Lanterna con la città, nel 1340 venne dipinto alla sommità della torre inferiore lo stemma del Comune di Genova, opera del pittore Evangelista di Milano. Nel 1405 i sacerdoti guardiani della Lanterna posero sulla cupola un pesce ed una croce di metallo dorato, simbolo di cristianità e nel 1413 un decreto dei "Consoli del Mare" stanziò un fondo di "lire 36" per assicurare la gestione del faro, divenuto ormai indispensabile per la sicurezza della navigazione.
Nel 1507, durante un periodo di dominio francese sulla città, re Luigi XII fece edificare ai piedi della Lanterna il "Forte Briglia", una fortificazione atta ad ospitare la guarnigione dell'esercito invasore. Dal forte, con il supporto di un vascello da guerra che bloccava il traffico navale, nel 1513 i francesi assediarono il porto di Genova, liberato in seguito dalle forze genovesi capitanate da Andrea Doria, comandante del porto e della flotta. Durante questa battaglia la Lanterna venne pesantemente danneggiata dal fuoco amico dei colpi di bombarda esplosi dagli insorti genovesi contro i dominatori francesi.
Dopo trent'anni, nel 1543, la Lanterna venne ricostruita per volontà del doge Andrea Centurione Pietrasanta che fece finanziare il lavori dal Banco di San Giorgio. Il faro assunse così l'aspetto attuale, legato stilisticamente al mondo rinascimentale, applicando ai plinti di coronamento mensole aggettanti.
Fu posta in opera una nuova lanterna con cupola costruita in doghe di legno di rovere e ricoperta con fogli di rame e di piombo fermati con ben 600 chiodi di rame. Per l'occasione fu posta alla sommità della prima torre, all'interno del ballatoio, una targa a memoria della ricostruzione. La lanterna era formata da un'ampia vetrata i cui vetri, di notevole spessore e peso, erano forniti, così come già dal 1326 da maestri vetrai dapprima liguri ed in seguito veneziani. I vetri della lanterna spesso esplodevano si spaccavano o si inclinavano a causa della violenza del vento, delle oscillazioni della torre, della deformazione dei montanti in ferro per la caduta di fulmini e non ultimo per avvenimenti bellici, per cui erano richiesti in gran quantità. Ai fanalisti, custodi della Lanterna o Turrexani della torre, così definiti nei documenti del tempo, si faceva obbligo di vivere con la famiglia all'interno della torre e "di curare che i vetri fossero sempre tersi e puliti affinché la luce della lampada apparisse nitida e brillante".
Nel 1565 si ritornò a lavorare sulla cupola per renderla stagna e, nel 1681 si ricostruì la cupola con legno di castagno selvatico ricoprendo il tutto con pece e stoppa, ed infine con fogli di piombo stagnati a bordi sovrapposti.
Nel 1692 si ebbe poi la ricostruzione della vetrata distrutta dal bombardamento del 1684 voluto dall'ammiraglio francese Marchese di Segnalay per ordine di re Luigi XIV.
A seguito dei ripetuti danni causati dai fulmini e dagli avvenimenti bellici, nel 1711 la torre venne incatenata a mezzo di chiavarde e tiranti che ancora oggi sono visibili all'interno e nel 1791 vennero effettuati, alla base della prima torre, lavori di consolidamento per renderla più stabile. Al 1778 risale la costruzione di un impianto antifulmine ad opera del fisico Padre Glicero Sanxais, destinato a mettere fine ai numerosi danni provocati nell'arco di diversi secoli dai fulmini. Va detto che per secoli l'illuminazione è avvenuta con lampade di metallo o di vetro a stoppino.
Il faro, in qualità di strumento di supporto alla navigazione marittima, è completamente controllato e gestito dal Comando di Zona Faridella Marina Militare con sede nella Spezia (che tra l'altro si occupa di tutti i fari dell'Alto Tirreno). La Marina Militare si occupa della gestione di tutti i fari (di cui 128 d'altura) sugli 8.000 km circa di coste italiane dal 1910, avvalendosi sia di tecnici militari che civili.
Il resto della Lanterna, nella sua accezione di monumento, simbolo cittadino ed attrazione turistica, è gestito dalla provincia di Genovatramite l'associazione Giovani Urbanisti - Fondazione Labò che ha sostituito il 2 luglio 2014 la Fondazione Muvita (100% di proprietà della Provincia di Genova) che la gestiva dal 1º luglio 2004. L'associazione si occupa dell'apertura al pubblico del faro e del museo annesso, oltre alla manutenzione ordinaria del complesso, incluso il parco urbano intorno ad esso e la passeggiata di accesso.